Per quanto riguarda l’impegno dell’azienda trevigiana nell’ambito della gemmologia si segnalano quattro categorie fondamentali:
Il corindone: dal punto di vista scientifico è ossido di alluminio con sistema cristallino trigonale e una durezza di 9 nella scala di mos, quindi secondo solo al diamante con durezza 10. Si trova in natura in agglomerati semiopachi di forme varie, principalmente in miniere nei continenti asiatici, indiani e africani, con depositi minori in Australia e Stati Uniti. In realtà i corindoni hanno nomi molto conosciuti, ovvero rubino e zaffiro, due pietre con colori differenti, rosso e blu, ma con identiche proprietà chimiche, fisiche e ottiche. Il rubino può variare dal rosso vermiglio intenso a un rosso violaceo quasi rosato, anche se nella stessa pietra possono esserci diverse sfumature, e spesso può anche esserci una fluorescenza che stimola la pietra sotto una fonte di luce forte che le conferisce un aspetto molto luminoso, con colori decisamente vivaci. Lo zaffiro, invece, può variare dal blu intenso al celeste chiaro. La varietà più conosciuta è appunto il blu, con inclusioni quasi identiche al rubino, con una differenza: qui esistono spesso delle bande di colore, come fossero delle pennellate piane. In queste bande si trovano zone di colori scuri e chiari, molto spesso associati a toni verdi o zone violacee
Le perle: tra le altre tipologie ne esistono in commercio sia di acqua salta sia “di vasca”, ovvero di acqua dolce
Il berillo: dal punto chimico è silicato di alluminio e berillo, ma comunemente vengono chiamati smeraldo e acquamarina. Il primo rappresenta una pietra che gli esperti di gemmologia sanno ricondurre al colore dei prati e dei mari. Si va dal verde chiaro al verde scuro, con alcune inclusioni che lo rendono una delle pietre più facili da individuare. Il taglio più usato è quello ottagonale, ma se ne trovano anche ovali, a goccia e con altre forme. Come per tutte le pietre preziose esistono anche delle imitazioni: si usa un composto di minerali fatto cristallizzare ad arte, con procedimenti che ricordano avvolte il processo naturale, quindi si ottengono esemplari con le stesse proprietà chimiche, fisiche e ottiche, ma niente che un microscopio non possa rivelare. L’acquamarina rappresenta, invece, un prezioso più facile da reperire. E’ un berillo particolarmente famoso. Il colore va dal famoso azzurro più o meno chiaro al verdino. La compattezza è decisamente superiore. Si trova in Brasile, negli Urali, nel Madagascar e raramente sull’isola d’Elba
Il diamante: una pietra conosciuta e venerata nei secoli. E’ un cristallo formatosi millenni fa ad enormi profondità e portato alla luce estraendolo dalle miniere. Per il processo di estrazione, tutta la roccia estratta viene posta su tavole unte di grasso, quindi lavata via con potenti getti d’acqua. La roccia che viene così rimossa, lasciando i cristalli attaccati al grasso che verranno quindi facilmente recuperati. Da qui parte un’importante selezione. Ciò che si vede nei gioielli è un’unione di sapienza e studi applicati su quanto di bello sia stato generato da madre natura. La qualità del diamante è determinata dal taglio, dal colore, dalla purezza, dalla pulitura e dalla fluorescenza. Dietro a una gemma montata in un gioiello c’è chi con perizia e serietà s’impegna a rispettare tutte le regole, e a garantire il prodotto per quello che realmente è.